mercoledì 23 agosto 2017
Mare, vento, nuvole ed altro
Come tutti saprete, siamo ad
agosto.
Agosto. Il nome di questo mese mi
fa pensare al grande romanzo umoristico di Achille Campanile Agosto,
moglie mia non ti conosco. Ecco,
secondo me, nella nostra letteratura di umorismo se ne trova ben
poco... Come se appunto in letteratura si debba essere solo seri.
Sempre ed a tutti i costi. Il che significa, in fondo essere seriosi.
E'
un po' come la differenza tra il sentimento ed
il sentimentalismo,
che come diceva Flannery O' Connor nel saggio Nel
territorio del Diavolo, più che
autentico sentimento, è una sua deformazione. Non sentimento sincero
e realistico, ma una sorta di teatralizzazione.
Vabbe', ora
lasciamo stare Campanile e la O' Connor (ma con mio grande
rammarico).
Un po' per
tutti, quindi anche per me, agosto significa mare.
Ma
per me il mare, agostano o meno, significa l'orizzonte che posso
scrutare in vari momenti ed il vento che increspa l'acqua. Per me, il
mare è quella strana fusione di vento, aria, acqua, sole e sabbia
che nella mia mente va oltre il
semplice concetto di mare.
Per
me, infatti, quel particolare insieme rappresenta il tempo,
ecco che cosa. Il tempo che scorre e che va, il tempo che crea
misteriosi mulinelli di acqua ed indecifrabili, imprevedibili vortici
di sabbia.
Mulinelli e
vortici che spesso sono simboli dei nostri sentimenti, delle nostre
paure, speranze e passioni.
Quel
che poi del mare non mi stanca mai è... il guardarlo.
La
mattina, perché il luccichio del sole sull'acqua è uno spettacolo
che arriva quasi ad ipnotizzarmi.
La sera, perché l'attenuarsi della
luce solare crea un'atmosfera... non saprei, come di qualcosa che
sfugge alla logica, o che ne crea una tutta sua. Un esempio
di questa sensazione? Mica
facile!
Ma vediamo...
osservare anzi scrutare il mare dall'alto di una scogliera, fissando
lo sguardo sulla spuma e sulle onde che si rincorrono fino a
lanciarsi sugli scogli: ebbene, a me tutto questo crea una piacevole,
intrigante inquietudine.
Le
nuvole, poi!
Fin da bambino
ho sempre amato star sdraiato a fissarle: al mare, ma anche sdraiato
su un prato, seduto su una panchina del porto o in piedi, dietro la
finestra di casa. Perché per me le nuvole sono sempre state come i
miei dubbi, le mie paure ed i miei progetti... qualcuno di questi
ultimi, non so come (!), non è neanche fallito completamente.
Be', per oggi
non mi pare di aver altro da dire.
A presto!
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Ad ognuno il suo mare!
RispondiEliminaTutto bellissima ma oltre che ammirarlo è anche fantastico nuotaci!
RispondiEliminarif. Enri1968
RispondiEliminaVero, giustissimo!
Io mi trovo molto bene col mare della mia Sardegna... e con le sensazioni che mi regala.
Ciao!
rif. Daniele Verzetti il Rockpoeta
RispondiEliminaBen detto, Daniele.
Purtroppo, io sono un nuotatore scarsetto...
Comunque, di quel lato spero di poter parlare in un altro post.
A presto.
Le nuvole, quelle bianche, mi fanno pensare alla liberta', alla leggerezza, alla spensieratezza e, nella prossima vita vorrei essere nuvola e vivere vicino al mare.
RispondiEliminaNou
rif. Nou
RispondiEliminaCiao Nou!
Sì, le nuvole danno anche a me sensazioni e pensieri molto simili.
Vederle correre poi sull'orizzonte marino, è grande!
Salutone, passerò presto da te.
Allora ti segnalo un'altra divagazione letteraria: il bel racconto "Nuvole" di Antonio Tabucchi, che si trova nella raccolta "Il tempo invecchia in fretta" (Feltrinelli, 2009).
RispondiEliminarif. Silvia Pareschi
RispondiEliminaLo leggerò ben volentieri.
Grazie per la segnalazione, Silvia.
Salutone!