giovedì 25 maggio 2017
Lo sport prima dello sport
Nello sport ci sono dei movimenti
particolari, che appartengono a qualcosa che lo precede: cioè alla
vita; certo, anche lo sport
fa parte di essa: impossibile negarlo.
Ma prima che
gli uomini e le donne decidessero di istituire gare di corsa, di
lotta, di lancio, di nuoto ecc. ecc., esisteva appunto la vita. Da
essa sono stati tratti quegli stili, quei movimenti che poi sono
stati codificati come discipline sportive.
Per
es.: è evidente il fatto che il nuoto ci
appartiene prima di tutto come esseri umani, ancor prima che come
nuotatori che scelgano di competere (a livello dilettantistico o
professionistico): senza dover per forza rispolverare la storia del
mare, fiume o lago che può ricordarci il liquido amniotico
in cui nuotavamo prima di
nascere, è però vero che l'immersione nell'acqua determina grande
sollievo e/o forte piacere.
L'acqua
che ci avvolge e
massaggia, ci rilassa e nello stesso tempo esalta come l'abbraccio di
chi ci ama. Una
pesante giornata di studio, lavoro, discussioni con il/la partner,
con la famiglia ecc. ecc., è spesso addolcita dall'immersione in un
corso d'acqua o anche in una vasca da bagno, oppure da una doccia.
E
non importa che (come il sottoscritto),
uno possieda uno stile di nuoto rudimentale: l'effetto benefico è
sempre quello.
Il
momento del tuffo è
sempre emozionante, ma quello in cui andiamo sott'acqua,
lo è ancor di più... vedere e toccare il fondo marino, sfiorare e
seguire i pesciolini che guizzano sul fondo, sfiorare le rocce e le
conchiglie: tutto questo è meraviglioso.
La
corsa: nessuno ha mai
insegnato ai bambini l'arte dello scatto.
Eppure è nel loro cuore e nelle loro gambe l'istinto di lasciarsi il
terreno alle spalle, neanche scottasse come l'Inferno!
Quando da
bambini corriamo a perdifiato, forse immaginiamo di diventare degli
uccelli e di toccare le nuvole o le stelle, lasciandoci questo strano
pianeta ben al di sotto dei nostri piedi.
Non
ho mai capito perché mai i miei amici odiassero tanto
la corsa e la subordinassero sempre e soltanto alla partita:
come se fosse un prezzo da pagare alla prestazione sportiva. Come
quelli che si lavano e si profumano non per sé stessi, ma per far
colpo su qualcuno.
La
corsa di fondo o la maratona:
sono cose attraverso le quali mettiamo alla prova noi stessi e ci
confrontiamo col nostro corpo, sono cose con cui (in un certo senso)
usciamo dallo spazio e dal tempo: perché superiamo sia i nostri
avversari sia i nostri limiti.
Nel
calcio c'è molto di
tutto questo o forse perfino di più,
dato che in esso utilizziamo anche la fantasia.
Ma su questi
temi ritornerò tra non molto.
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Adoro nuotare pur non avendo uno stile impeccabile. Ti attendo sul calcio, da buon genoano :-)))
RispondiEliminaDaniele Verzetti il Rockpoeta
RispondiEliminaGuarda, il mio stile di nuoto è neanderthaliano!
Sul calcio, molto presto, promesso.
Ciao.
Riccardo, io vorrei poter avere direttamente le ali per andare ovunque o branchie per esplorare il mondo sottomarino... che dici, ci riusciro? A volte anche i sogni più assurdi si realizzano ;-)
RispondiEliminarif. Sonia Ognibene
RispondiEliminaDavvero ben detto, Sonia!
Limitarsi all'esistente, al logico ed al possibile è molto spesso, parecchio noioso.
A volte, è anche deprimente... parecchio deprimente!
Beato lo sport che rende forti e sani! Se in famiglia coi siamo procurati dei danni è stato facendo sport... questo è il mio tormentone! Certo muoversi fa bene, muoversi ;)
RispondiEliminarif. alicemate
RispondiEliminaBeh, a volte i rischi ci sono: soprattutto quando nello sport prevale l'aspetto agonistico...
Per questo sarebbe importante far dello sport e fornire una buona educazione sportiva anche a scuola.
E farei lo stesso discorso anche per la musica, che non si dovrebbe ridurre ad una o due ore settimanali (peraltro solo alle scuole medie).
Ciao!