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domenica 7 febbraio 2016

Ballata per capitan Emilio


Capitano, capitan Emilio, grande capitano,
dove sei ora, dove sei adesso?
Un giorno o una sera tra gli alberi di Torino
hai deciso
di tagliare in due te e la tua vita, generoso capitano.


Come un antico samurai, con una spada
ti sei colpito, hai colpito te
come faceva coi suoi nemici il grande, grande Sandokan.
Hai fatto questo tu, capitan Emilio:
malese per finta ma non fingeva il tuo cuore
quando la tua penna e la coraggiosa risata
affrontavano la miseria tua, della tua famiglia
e di tua moglie, la follia.


All'ultimo momento non è arrivato Yanez il fratellino
col suo sigarillo, col suo sigarino,
Yanez leale volpe e tigre portoghese:
Yanez che con un sorriso in tralice
ed una discreta e muy furba carabina
ti avrebbe salvato, caro e sfortunato capitano:
ma egli non tradì...
fu colpa solo di questo mondo che troppe, troppe volte
litiga come un idiota con la nostra fantasia.


Ma ora stai tranquillo, capitano,
stamattina ho ripensato a te ed ai tuoi libri,
quelli che leggevo da bambino
e che Ignacio, sì, proprio il Messicano,
vero e grande pirata sudamericano
sta cercando di riportare in vita...
ma nessuno potrà riportare in vita te,
buono, allegro, generoso e coraggioso capitano.


Però qualcuno isserà ancora la bandiera rossa con la testa della Tigre
e prenderà il largo: del mare, dell'asfalto,
della giunga, dell'inchiostro o delle barricate...
e prima o poi ci sarà pace,
però quella verrà
solo quando avremo vinto tutte le giuste guerre
contro chi brucia le speranze e la giustizia ed i sogni
con false parole di logica ed efficienza.


La pace verrà solo quando avremo strappato un irridente sorriso
ed un insanguinato e scippato bottino
a chi umilia la generosità e la fratellanza
col suo danaro, le sue armi
e le false leggi di un diritto assassino.


Così addio, adios, farewell, adieu, aufwiedersehen, adiosu,
insomma, addio in tutte le lingue del mondo,
grande capitano Salgari
perchè io so e tu sai
che devi prendere il largo
ma un giorno o l'altro ci rivedremo,
io ed altri avremo fiasche di matè, di rum, chitarre, risate e pistole
e la guerra, anche quella della vita
sarà vinta e finita
ed anche la tua Ida o Aida
come una vera principessa egiziana o veronese
avrà vinto la sua guerra con la follia
ed insomma, alla fine,
buon anzi ottimo viaggio, grande capitano!





2 commenti:

  1. E pensare che ha creato e scritto tanto con il solo aiuto della fantasia...(e tanta documentazione, immagino)Penso a tanti viaggiatori che girano il mondo,senza vederlo davvero,se non di corsa e superficialmente.Ma anche tu quanto a fantasia non scherzi,anche se lasci fra le parole ricche note di realtà.Ciao Ric.

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  2. rif. Chicchina Acquadifuoco
    Sì, è vero!
    Purtroppo, molte volte in letteratura si tende a considerare l'elemento fantasia non determinante... dovrebbero prevalere elementi tecnici, un certo autocontrollo da parte dell'Autore ecc. ecc.
    Magari la documentazione di Salgari non era la più attendibile, però un romanziere deve saper creare come dire?, a prescindere.
    Soprattutto quando si tratta di opere di fantasia e di avventura. Una letteratura che non faccia (anche) sognare, rischia di risultare noiosa.
    Ringrazio davvero molto per la stima e buona domenica!

    RispondiElimina

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