sabato 31 ottobre 2015
Tutta la fantasia che posso sopportare
Questo pomeriggio siedo tutto
solo nella mia cucina. Nessun bicchiere davanti a me, nessuna
caffettiera più o meno fumante, nessuna radio che mitragli canzoni.
Se attraverso il salotto posso
sentire l'anziano amico di Emerson (il filosofo, non il musicista)
chiedergli: “Dunque che cosa farai?”, e lui: “Seguirò la voce
del mio cuore.”
Quell'altro: “Ma potrebbe
anche essere la voce del Diavolo.”
Finardi
con Sugo mi riporta il
suono ed il sapore degli anni '70.... molte canzoni del disco sono
invecchiate bene, sapete? Penso a Musica ribelle,
La radio, Voglio,
La C.I.A e ad Oggi
ho imparato a volare.
La pioggia è andata via, penso
che si sia spostata verso o sopra il mare, magari per fare il verso
al vento.
Comunque potrei cogliere al volo
qualche goccia di pioggia e volare a Venezia per una bella corrida:
come dice el Marcèl Brusegàn, anticamente, a Venexia,
si facevano... eccome!
Esploro la
Serenissima con un vecchio e scalcagnato canotto cagliaritano: la
città sembra deserta ma so che (dietro le finestre di aristocratico
legno vecchio) mi osserva, mi studia e stende svariati capi d'accusa.
Così accuso
il colpo e spicco il volo verso Salzburg o Salisburgo che dir si
voglia: Mozart e Thomas Bernhard sono lì, alla stazione... con in
mano una fisarmonica ed un clavicembalo.
Bernhard:
“Ma benedetto ragazzo, ancora due minuti e ce ne andavamo! Ma sai
quanto pesa un dannato clavicembalo?!”
Con
l'armonica suono distrattamente qualche accordo blues mentre Keith
Richards ridacchia, accordando la chitarra elettrica.
Butta lì
che: “Lennon sta arrivando, anche se dubita di trovare Vivaldi
sobrio.”
Bernhard
esegue un paio di gorgheggi mentre Keith piazza due pennate che
spaccherebbero una montagna.
Io conservo
la penna e tiro fuori la mia macchina da scrivere modello sumerico:
sarà una lunga, lunga notte di canzoni, visioni e scrittura.
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Una notte con molte muse, anzi musi, anzi musicanti :)
RispondiEliminarif. Alligatore
RispondiEliminaSì,decisamente!
Tenendomi però alla larga dai brutti musi.
Quello, senz'altro.
Quel che ci vuole,davanti a una tastiera:buona musica e tu sai scegliere sempre il meglio,tanti gusti in comune,e un sogno,da tradurre in singole lettere,ma come sono quelle sumere della tua macchina?.Un saluto , sulle ultime gocce di pioggia che hanno lavato e dilavato le mie colline..
RispondiEliminarif. Chicchima Acquadifuoco
RispondiEliminaPiù che altro, le lettere sumere della mia macchina da scrivere sono un simbolo...
Ma un simbolo che dal passato mi proietta nel futuro.
Un modo, questo brano, per parlare di Halloween in modo molto scherzoso... almeno spero!