Sono sempre stato un grande lettore delle opere di alcuni santi che erano anche pensatori di tutto rispetto.
Mi riferisco per es. al Monologion di S. Anselmo ed alle Confessioni di S. Agostino.
Si tratta di opere in cui costoro dialogavano oltre che con Dio, anche con sé stessi.
Io non sono S. Anselmo e neanche S. Agostino.
Si tratta di opere in cui costoro dialogavano oltre che con Dio, anche con sé stessi.
Io non sono S. Anselmo e neanche S. Agostino.
Ma di questo penso che vi siate accorti/e tutti/e.
Quel che è peggio, non posso farci niente.
Ma quest’idea di dialogare (almeno) con me stesso mi è sempre piaciuta… anche perché molti dei miei amici sono lontani e purtroppo qualcuno ha cambiato del tutto… scenario (sebbene non volontariamente).
C’è poi un altro motivo che mi fa optare per la scelta automonologante: non posso torturare sempre mia moglie, che potrebbe denunciarmi per crudeltà… sbadigliatoria.
Infine, dall’automonologo (che non è il dialogo con l’automobile) potrei imparare qualcosa su me stesso.
Insomma, ho 4 ragioni:
1) i santi;
2) gli amici defunti o emigrati;
3) la salvaguardia dei nervi della coniuge;
4) correggere me stesso.
Perciò ho deciso di crearmi una sorta di interlocutore immaginario. Sì, penso proprio che sia una buona idea.
Ora vado a crearlo.
C’è poi un altro motivo che mi fa optare per la scelta automonologante: non posso torturare sempre mia moglie, che potrebbe denunciarmi per crudeltà… sbadigliatoria.
Infine, dall’automonologo (che non è il dialogo con l’automobile) potrei imparare qualcosa su me stesso.
Insomma, ho 4 ragioni:
1) i santi;
2) gli amici defunti o emigrati;
3) la salvaguardia dei nervi della coniuge;
4) correggere me stesso.
Perciò ho deciso di crearmi una sorta di interlocutore immaginario. Sì, penso proprio che sia una buona idea.
Ora vado a crearlo.