Pochi giorni fa ho finito di
leggere I luoghi infedeli della
scrittrice irlandese-americana Tana French. Ne parlerò in un
prossimo post, ma avverto subito che per me, la cosa sarà piuttosto
difficile: nel caso di un romanzo appassionante come quello, bisogna
svelare anche il finale.
Il che può togliere il gusto della suspence.
Ma
dato che I luoghi infedeli è
molto più di un
thriller, la conoscenza appunto del finale non rovinerebbe il gusto
della lettura.
Comunque,
nel post non lo troverete, il famigerato!
Quel
che nel libro mi ha colpito in modo particolare, è l'attenzione da
lei prestata alla psicologia dei personaggi, all'insieme
(spesso contraddittorio)
delle loro emozioni, dei loro sentimenti e dei loro sogni.
L'analisi
della French è molto profonda e partecipe: lei dimostra forte
simpatia, anche amore per
i suoi personaggi e nello stesso tempo, soffre con
loro. In questo, per me si trova sulla linea di Dostoevskij.
Ma
di tutto questo parlerò un'altra volta.
Bene,
l'estate si avvicina e con lei anche i libri che molti/e si
porteranno sotto l'ombrellone.
Io
non me ne porterò nessuno, perché al mare preferisco giocare,
prendere il sole e nuotare... o almeno, fingere di
farlo.
Comunque
se vorrete farmi sapere che cosa leggerete voi al
mare, gradirò l'informazione.
L'estate
è anche il periodo dei tormentoni musicali.
Be', quelli, data l'eccessiva orecchiabilità, non li reggo. Però ho
sentito un pezzo di Gabbani che mi sembra interessante e data la
stagione, anche fresco.
Vicino
a casa mia c'è un colle (quello di S. Michele) che di notte rimbomba
di musica; anche di bel rock,
che è la mia musica preferita.
Qualcuno
si lamenta per il volume della musica, e con simpatica gergalità
cagliaritana, dice che dopo mezzanotte: “E' ora di
basta!”
Certo,
l'eccessivo volume può essere un problema per chi la mattina dopo
deve andare a lavorare o comunque, vuol riposare.
Ma
c'è anche chi dice che la gente, di notte, vuol divertirsi. E se si
diverte, spende. E se spende, fa girare l'economia.
Certo,
c'è anche il rischio che i troppi decibel facciano girare
qualcos'altro. Lo so.
Vabbe'.
Ma
a proposito di stagioni, io all'estate associo proprio l'idea di
musica.
All'inverno,
quelle di cibo e di
vino.
Alla
primavera, quella delle passeggiate.
All'autunno...
non saprei... qualcosa di più impalpabile e di decisamente
insidioso, come la malinconia.
E
voi a che cosa associate ogni singola stagione?