La cassetta dei Dubliners
inizia a stonare così decido di
prendere il bus per andare a fare un po' di fotocopie.
Prendo
posto a fianco di un tipo che a giudicare da come russa, deve aver
tagliato da tempo il traguardo dell'8/a bottiglia di birra Ichnusa.
Io
non ho mai avuto niente contro la gloriosa birra locale, ma spero che quello (dalle braccia + grosse delle mie gambe e dal torace largo
come come il tronco di una quercia) non mi frani addosso.
Ma
ecco che rispunta il mio amato I.I.
Intanto,
Oranguccio Bello si è svegliato; nel far questo, si è stirato
rischiando d'asportare col gomito un finestrino del bus.
Interlocutor
Imaginarius non si lascia impressionare: sfodera un sorriso modello
big ruffyan ed una fiasca di acquavite. Gorilla Magnus sorride,
ringrazia, scatarra, beve a garganella poi si alza, saluta e salta
giù dal mezzo... in corsa.
Interlocutor:
“Allora, Ric. Tutto bene? Non ci vediamo da... da quanto? Non
ricordo.”
Io:
“Mesi. O forse 2, 3 anni...”
Imaginarius:
“Già. La pancia come sta? E scusa per la rima...”
Io:
“Guarda, se devi riattaccare con le frecciate, puoi anche levarti
dai piedi.”
Interlocutor:
“Uh, come sei permaloso... si chiede così, tanto per dire
qualcosa...”
Io:
“Ah sì? Allora sentiamo, come stanno le tue ascelle, puzzano
sempre di puzzola morta?”
“Lui:
“Ma le mie ascelle, proprio come le tue, non puzzano mai; neanche
quando corro alle 4 di pomeriggio in piena estate... e questo lo
sai!”
Io:
“Ah, vedi che certe
domande danno fastidio?”
Lui:
“Hai ragione. Ma sta di fatto che tu hai un
po' di pancia: non puoi negarlo.”
Stava
cominciando a darmi sui nervi; eppure non lo vedevo da tanto, tanto
tempo. E lui era me
o viceversa.
Ma
forse, il problema era più semplice: non sopportiamo le persone che
ci sono più vicine; probabilmente perché ci sono così
vicine. Non
potrebbero spostarsi un pochino?
Interlocutor:
“Che cosa stai pensando?”
Io:
“Mah... le solite cose.”
“Ma
che razza di amico o di me stesso sei?!”,
urlò I.I., scendendo dal bus così come aveva fatto Orangus. Solo che
lui non si era offeso.
Va
sempre a finire così... la gente non capisce come sono fatto (a
volte non lo capisco neanch'io) e scambia la mia timidezza per
superbia; o prende i miei dubbi per intellettualismo.
Col bel risultato che alla fine, rimango solo se non come un cane,
col mio cane.
Che poi
la cosa non mi va neanche tanto, considerando il fatto che gli
animali (oh, mostro!)
non mi piacciono.
Ma
quando le cose vanno in questo modo, c'è poco da fare.
E
purtroppo, è difficile farle andare in un altro.