Uno dei primi films di Scorsese.
Protagonisti: Barbara Hershey, David Corradine e suo padre John. Il
film è liberamente tratto dall'autobiografia di Bertha Thompson,
Sister of the road (sorella
della strada), però Scorsese ha saputo trarre dal libro un gran
bel film. Egli ha infatti colto
benissimo lo spirito irrequieto di Bertha, che non era una semplice
vagabonda bensì una donna curiosa, intelligente ed appassionata.
Figura
centrale è naturalmente Bertha (la Herhey): la sua sensualità,
unita alla sua iniziale ingenuità, l'esser lei anche guardinga ma
più spesso pronta a lasciarsi andare alla corrente della vita,
magari con una franca risata, la sua innocenza anche nel crimine,
l'amore incondizionato per Bill (D. Corradine) oltre che per i
lavoratori... be', tutto questo fa di lei una figura unica.
In
questo film (sebbene ambientato durante la Grande Depressione del
'29) la Hershey mi ha ricordato molte delle ragazze degli anni '70:
scanzonate & anche
naif ma pronte a prendere fuoco
di fronte all'ingiustizia. Del resto, sebbene il libro della Thompson
sia del '37, ha forse anticipato alcuni temi degli anni '60-'70.
Accanto a
Bertha-Barbara abbiamo anche un'altra grande figura, quella di Big
Bill Shelly (D. Corradine): sindacalista rivoluzionario che viene suo
malgrado coinvolto in una serie di rapine. Bill non è fatto per
quella vita: ma risulta difficile uscirne, quando alle calcagna hai
la polizia e le guardie del padrone della ferrovia (il miliardario
Sartoris, J. Corradine).
Inoltre,
Bill viene cacciato proprio dal suo sindacato. Così, dopo essersi
bruciato tutti i ponti alle spalle e consapevole che le sole
alternative a quella vita sono
costituite dalla sedia elettrica, dall'essere ucciso dai poliziotti o
dagli sgherri di Sartoris, Bill non può che continuare...
Però lui
(versione americana di Robin Hood) e la sua banda rubano solo ai
ricchi e destinano agli operai parte del bottino.
Rubano poi a
Sartoris, uomo che usa il pugno di ferro coi lavoratori... fino a
farli prendere a fucilate e ad incendiare le loro povere tende o
baracche.
Risulta
così a suo modo divertente
la scena della rapina in casa Sartoris, con una Bertha mozzafiato che
pistola in pugno, fasciata in un elegante vestito rosso e con uno
smagliante sorriso si rivolge così a Sartoris e ad i suoi amici
miliardari: “Volevo... volevo dirvi che questa è una
rapina, ma se vi metterete contro il muro ci eviterete la fatica di
spararvi.”
Scorsese
non si limita a rappresentare rapine, assalti armati ai treni,
sparatorie ecc. No, quelli sono gli elementi necessari del film,
quelle sono le cose che una banda fa.
Ma insieme a
quegli elementi troviamo anche quello sociale o sociologico: il
razzismo, le lotte e gli scioperi dei ferrovieri, la crisi economica,
lo sfruttamento della prostituzione, la diffusione a tutti i livelli
del gioco d'azzardo, l'alcolismo...
Poi, la storia
d'amore di Bertha e Bill, benché si svolga tra una rapina e l'altra
ed abbia come “luoghi” treni merci e case diroccate, è
rappresentata mantenendo un certo equilibrio tra loro tenerezza e la
loro (spesso incosciente) passione. Anche in questo la Hershey e
Corradine riescono benissimo.
Comunque il
film scorre alla grande, con in sottofondo una colonna sonora blues;
blues eseguito però senza strumenti elettrici: solo voce, chitarra
acustica ed armonica. Troviamo soltanto un rock, del resto necessario
in un momento piuttosto drammatico del film.
Mi
fermo qui perché come faccio spesso quando parlo di cinema, vorrei
darvi un'idea, spero
stuzzicante dei films che commento; ma vi assicuro che quello che non
vi ho detto è molto più
stimolante...