Probabilmente questa crisi è la
peggiore dalla fine della guerra. Per quello che vale, su questo blog
me ne sono occupato nei post da me intitolati La chiamano crisi.
Del resto, aumenta sempre più il numero delle persone che fruga
nei bidoni della spazzatura!
Io penso che dica bene
l'economista Vladimiro Giacchè: una crisi causata dalle banche,
dagli speculatori e
minimizzata da “esperti”, Grandi sacerdoti del dio
mercato e politici complici, è
stata scaricata sulle spalle di lavoratori, precari, disoccupati,
anziani, malati, immigrati ecc.
Ma
da questa crisi si dovrà uscire
e certo non si potrà pretendere che per citare un'espressione
utilizzata da alcuni vescovi che
tempo fa appoggiarono delle lotte operaie, “la collera
dei poveri” possa evitare di
scoppiare ancora per molto.
Il
Natale: se ci
pensassimo bene, vedremmo che il suo spirito dovrebbe essere di
solidarietà e di giustizia. Uno spirito quindi sociale,
non dolciario. Nella
grotta di Cristo non c'erano panettoni e spumanti ma fame e gelo; la
Palestina non era percorsa da festanti Babbi Natali ma battuta da
duri reparti di fanteria e di cavalleria di un esercito di
occupazione.
E
potrei continuare parlando oggi di
alluvioni, terremoti, guerre, licenziamenti, suicidi ecc. Ma il
filosofo Ernst Bloch invitava non ad un ottuso ottimismo bensì al
dovere di non cedere al discutibile “lusso” del pessimismo. Un
pessimismo che non cambia niente ma anzi continua a farci vivere “una
vita da cani.”
Ognuno
guarderà in sé stesso ed in sé stesso vedrà del bello e del
brutto: entrambi i lati serviranno a farlo ripartire.
Varrà
poco, ma nel 2013 ho finito di scrivere un altro romanzo
ed ora che purtroppo la mia casa editrice (“La
Riflessione”) ha chiuso,
presto ne cercherò un'altra.
Dopo
molti mesi ho ripreso a correre.
Dopo
qualche anno ho ripreso in mano dei lavori di filosofia che
terminerò.
Ho
pubblicato più spesso sul blog.
Dulcis
in fundo, dopo quasi 2 anni sono stato richiamato da una scuola.
Insomma,
non è certo il migliore dei mondi possibili (Leibniz, a
cuccia!) né io sono il migliore
dei Riccardi possibili, ma come scriveva Gramsci, una volta un uomo
era caduto in un fosso. Chiamava aiuto, chiamava e chiamava ma non
lo aiutava nessuno... finché lui si tirò su sulle sue
braccia e sulle sue
gambe.
Così
uscì dal fosso, riprendendo a camminare e levandosi di dosso tutta
la sporcizia in cui purtroppo era finito.
Buon
Natale, buon anno e facciamoci forza. Ma nello stesso tempo, mentre
usciamo dal fosso cerchiamo di tirar fuori anche qualcun altro;
almeno proviamoci:
perché insieme si
cammina meglio.